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Una selezione di piatti dedicati al mare e al mondo vegetale per celebrare la festa degli innamorati

 

Il ristorante Opera di Torino celebra anche quest’anno San Valentino con un menu speciale ideato dallo chef Stefano Sforza. Il filo conduttore del percorso degustazione sono gli ingredienti di mare e vegetali, valorizzati dalle tecniche di lavorazione che caratterizzano da sempre l’insegna di via Sant’Antonio da Padova. “Il menu di San Valentino includerà sia proposte attualmente in carta, presentate nella loro versione originale, sia piatti studiati ad hoc per celebrare la passione e l’amore. Per l’occasione, ho deciso di utilizzare ingredienti ancora più ricercati, come il caviale e le ostriche, e il classico abbinamento afrodisiaco per eccellenza, cioccolato e fragole”.

IL MENU DI SAN VALENTINO

Il percorso degustazione di San Valentino si apre con Mais, belga, mirtillo in cui lo chef Sforza realizza un fiore con una crema di girasole e i petali essiccati, accompagnati da un’insalata di mais italiano, cotto al vapore e saltato in padella con foglie di belga, gambo marinato e mirtilli lattofermentati. A parte, una fetta di polenta bianca avvolta da un velo croccante di mais, mirtillo e belga. A seguire Merluzzo, piselli novelli, caviale, in cui il cuore del pesce viene prima marinato, poi cotto in un olio aromatizzato alle erbe, e infine scottato sulla plancia per donare la giusta croccantezza. I piselli sono serviti in crema e in insalata, e a completamento del piatto viene aggiunta della salsa pil pil e del caviale.  L’ultimo antipasto è Animella, zucca, lampone, abbinamento che vede protagonista il quinto quarto. Alla base, una crema di zucca Hokkaido, sulla quale è adagiata l’animella in doppia consistenza: lavorata a paté e successivamente abbrustolita al cannello, rosolata in padella e glassata con fondo di zucca, succo di lampone e olio di semi di zucca. Lamponi ghiacciati, timo e un’acqua di zucca completano il piatto. Il primo, Raviolo, stracchino, estratto di olive verdi, è una portata decisamente votata alla festa degli innamorati: il raviolo rosso, realizzato con un impasto di paprika, ha infatti la forma di un cuore; i bordi del raviolo, ripieni di una farcia allo stracchino di media stagionatura, abbracciano la salsa di accompagnamento di estratto di olive verdi, colata al centro del piatto. Pomodori e capperi confit bilanciano le sensazioni organolettiche. A seguire, Calamarata, ostrica, catalogna, una pasta realizzata con grano siciliano “Timilia” saltata con salsa di mollusco, e servita con crema di catalogna e miglio soffiato croccante. A chiudere il piatto, delle ostriche marinate con zenzero e teriyaki, poi grigliate e impanate nel miglio e litchi vivo. Il secondo, Wellington vegetale, è una versione vegetariana della celebre ricetta anglosassone. Il tradizionale filetto viene sostituito da un daikon marinato con il miso e poi rosolato. Viene ricoperto da uno strato di purea di funghi e da uno di spinaci, prima di essere racchiuso all’interno di un involucro di pasta naan – acqua, yogurt senza lattosio, farina e sale –. Il filetto viene quindi sezionato in due metà e servito accompagnato da un jus vegetale. A conclusione del percorso, non può mancare un dessert dedicato a San Valentino: Cioccolato, fragola, rabarbaro. Rose rosse di cioccolato fondente vengono disposte a mazzo, ripiene di crema di fragole e rabarbaro e accompagnate da una crema al cioccolato al latte e sorbetto al rabarbaro.

Il menu degustazione è servito al prezzo di 130 € e l’abbinamento vini si suddivide in due proposte, Atto I (5 calici) al costo di 80 €, e Atto II (6 calici di pregio del territorio e internazionali) a 140 €.

Per info e prenotazioni: 011 1950 7972, ristorante@operatorino.it

 

Mais, belga, mirtillo

Merluzzo, piselli novelli, caviale

Animella, zucca, lampone

Raviolo, stracchino, estratto di olive verdi

Calamarata ostrica, catalogna

Carota, tonburi

Wellington vegetale

Cioccolato, fragola, rabarbaro

Piccola pasticceria

130 €

Abbinamento vini:
ATTO I 80 € – 5 calici
ATTO II 140 € – 6 calici di pregio del territorio e internazionali

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Il ristorante Opera Ingegno e Creatività di Torino proporrà due menu speciali a Natale e a Capodanno. Lo chef Stefano Sforza ha studiato due percorsi che raccontano il suo stretto rapporto con il mondo vegetale abbinato ad una selezione di piatti che celebrano l’atmosfera delle feste.

 

Per noi ristoratori, durante le feste, il compito diventa particolarmente significativo: non ci limitiamo a offrire un menu speciale per l’occasione, ma regaliamo un’esperienza di convivialità alle famiglie che si siedono alla nostra tavola” ha dichiarato lo chef Stefano Sforza. “Sebbene nell’immaginario comune le festività sono un periodo di abbondanza, associato per lo più alla carne e al pesce, abbiamo cercato di mantenere la componente vegetale che contraddistingue la filosofia di Opera, senza compromessi in termini di gusto”.

 

IL MENU DI NATALE

Il percorso degustazione natalizio si compone di otto portate e si apre con l’antipasto Sedano rapa, mango, jus vegetale. L’ortaggio viene valorizzato a 360° grazie a diverse preparazioni dalle quali si ottengono una crema, una brunoise appena scottata per donare croccantezza e, con le rimanenze del sedano rapa arrostite in forno e acqua, il jus. Il mango è tagliato a fette sottili, disposto a cono e farcito della sua crema. Fra i primi è degno di nota Tagliatella, animella, ciliegia in mostarda, nel quale la pasta di Pietro Massi viene adagiata su di un ragù di frattaglia. Delle ciliegie estive fermentate si recupera il liquido per sfumare l’animella, e si utilizza il frutto sia per realizzare una mostarda, sia da aggiungere in purezza a completamento del piatto. Fra i secondi, Lenticchia Beluga e cotechino è un piatto che strizza l’occhio al Natale, ma realizzato in versione gourmet dallo chef Stefano Sforza. Il cotechino viene servito a cubetti arrostiti, mentre le lenticchie nere Beluga vengono soffiate per renderle croccanti. Completa la selezione gastronomica natalizia il dessert Rapa rossa, yogurt, cocco, una ciambella granata che abbraccia un tortino al cocco, con kombu e lamine di rapa rossa, e una crema di yogurt.

 

Il menu viene servito al prezzo di 120 € e l’abbinamento vini ha un costo di 80 €.

 

 

MENU DI NATALE

 

Sedano rapa, mango, jus vegetale

Ricciola, carciofo, ribes

Pancia di maialino, melanzana, caffè

 

Raviolo, radicchio, brodo di Parmigiano

Tagliatella, animella, ciliegia in mostarda

 

Rombo, verza, mandarino

Lenticchia Beluga e cotechino

 

Rapa rossa, yogurt, cocco

 

120 €

80 € abbinamento vini

 

 

IL MENU DI CAPODANNO

La proposta gastronomica di otto portate dell’ultimo dell’anno viene inaugurata da Cardoncello, gremolada, nocciola, antipasto che si presenta con una crema di nocciola alla base, una salsa di gremolada ottenuta con prezzemolo, limone fresco e limone marocchino, succo di limone e dashi.

Il fungo viene inciso a fiammifero mantenendone la forma originale, messo in acqua, sale e olio, e poi cucinato in padella. Ciò permette di preservare la morbidezza all’interno e ottenere croccantezza all’esterno. Il gambo è tagliato sottile e fritto. Una citronette, realizzata valorizzando i gambi di prezzemolo, completa il piatto. Fra i primi, uno dei signature dello chef Sforza, Raviolo di anacardo, alkekengi, oabika. Sono sombreri di pasta fresca all’uovo – due coni uniti fra loro alla base – ripieni di crema di anacardi, saltati in acqua di pomodoro giallo e serviti con salsa di alchechengi e di anacardo tostato, Oabika, e un grué di cacao e alchechengi. A seguire, Spaghettone, caviale, finger lime, trae ispirazione dal celebre piatto di Gualtieri Marchesi. La pasta viene servita tiepida e mantecata in una crema di limone, accompagnata dal caviale di storione e dai frutti del finger lime sgranati. Fra i secondi, Cervo, barbabuc, mora, è un piatto in cui la carne si presenta di un rosso vivo uniforme, grazie ad una cottura che include dei rapidi passaggi in forno che permettono di cuocerla, ma non di snaturarne il colore. La mora è servita fresca e in salsa, e il barbabuc bollito è saltato in padella. Il dessert è Pandoro, yuzu e lampone.

Il lievitato viene lasciato in infusione nel latte di mandorle, dal quale si ottiene il cremoso di pandoro. All’interno viene inoculata una crema di juzu, mentre il lampone è servito in varie declinazioni: congelato, in gel e in crema.

Il menu degustazione è servito al prezzo di 200 € e l’abbinamento vini si suddivide in due proposte, Atto I (6 calici) al costo di 100 €, e Atto II (7 calici) a 200 €.

 

MENU DI CAPODANNO

 

Cardoncello, gremolada, nocciola

Scampo, mela annurca, Kobe

Animella, carciofi, mango

 

Raviolo di anacardo, alkekengi, Oabika

Spaghettone, caviale, finger lime

 

Cervo, barbabuc, mora

Lenticchia e cotechino

 

Pandoro, yuzu e lampone

Piccola pasticceria

 

Brindisi di mezzanotte

 

200 € bevande escluse

100 € abbinamento Atto I 6 calici

200 € abbinamento Atto II 7 calici

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Domenica 8 dicembre, alle 11:00, lo chef Stefano Sforza del ristorante Opera di Torino sarà sul palco della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, nella Sala Beppe Fenoglio, per un cooking show. Nell’evento langarolo, Sforza porterà un piatto emblema della sua cucina, che fonde da un lato l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, e dall’altro, quella verso la stagionalità.

“Poter tornare alla Fiera del Tartufo è un onore per me” ha affermato lo chef Stefano Sforza. Dopo aver preparato esclusivamente piatti vegetariani nelle precedenti edizioni, è arrivato per me il momento di raccontare anche un’altra faccia della cucina di Opera, altrettanto sostenibile, quella onnivora. A gennaio 2020 abbiamo intrapreso una svolta etica, che ci ha portato all’eliminazione del foie gras e delle specie animali in via di estinzione in favore di specie neglette e non sovrasfruttate. È questo il caso dello storione”.

IL PIATTO DEL COOKING SHOW

Il piatto del cooking show sarà Storione, uva, pak choi, una ricetta che attualmente trova spazio tra i secondi della carta del ristorante.

Il pesce viene in questo caso marinato due volte: una prima con sale e zucchero per 24 ore, e una seconda con miso e acqua per altre 24 ore. Dopodiché, lo storione viene separato dalla pelle, diviso in filetti, serviti in parte marinati e in parte cotti alla griglia, avvolti nelle foglie di vite in salamoia.

Nel piatto c’è spazio anche per il pak choi cotto in un estratto di pak choi e rosolato in padella, per il caviale di storione, per l’uva acidificata con il verjus, per una salsa di fumetto di storione, succo d’uva Chardonnay di proprietà del ristorante e verjus. Nella portata si conferma così anche un altro dei punti cardine della filosofia di Sforza: l’utilizzo della frutta nelle ricette salate, per conferire acidità oltre che dolcezza. Il tutto sarà poi ultimato da una lamellata di Tartufo Bianco d’Alba.

Stefano Sforza ha da tempo scelto di impostare la sua cucina in modo che sia sempre più sana, sostenibile econsapevole. Impegno che rinnoverà domenica 8 dicembre dal palco della Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba.

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Al ristorante Opera Ingegno e Creatività di Torino è arrivato Crucifere, il nuovo menu dello chef Stefano Sforza dedicato all’omonima famiglia vegetale. Dopo Fabaceae e Tuberi & Radici, è il momento di una nuova selezione di piatti vegetariani, che si affianca al rinnovato percorso Opera, in cui lo chef racconta la sua filosofia di cucina libera da vincoli.

“Crucifere è la nuova tappa del mio viaggio di approfondimento delle famiglie vegetali e rappresenta l’evoluzione del precedente menu Brassicacee. Il percorso si snoda fra verza, cavolo rapa, cavolo viola, cavolfiore, broccolo e rapa rossa. Il menu degustazione Opera si rinnova come sempre nella stagionalità, senza limitazioni in termini di materie prime, con un occhio che guarda come di consueto alla tradizione italiana, e l’altro che punta al vegetale e alla frutta”. Con queste parole lo chef Stefano Sforza presenta la sua nuova carta.

 

CRUCIFERE

L’interesse nei confronti del mondo vegetale ha portato lo chef Stefano Sforza a cimentarsi con le Crucifere, famiglia protagonista dell’omonimo menu degustazione. Il nuovo percorso si declina su sei portate, a partire dall’antipasto Verza, soia, clementina. Sono involtini di verza con un cuore di tofu saltato in padella, adagiati su tofu morbido, crema di clementina, soia cotta e sbucciata, germogli di soia e foglie di verza croccanti. Fra i primi, Gnocco di cavolo viola, pistacchio, pera è un piatto in cui la crucifera si allontana dalle sue usuali sembianze e si presenta sotto una nuova veste. Gli gnocchi sono infatti realizzati con purea e acqua di cavolo viola, e serviti con un’insalatina di cavolo viola sottaceto, granella e pasta di pistacchio, e fettine di pera nashi. Broccolo, noce brasiliana, quinoa è una portata che celebra il broccolo nelle sue differenti varietà: il verde, cotto in olio a 120°C e poi al BBQ, il romanesco, bollito in olio al carbone, e il fiolaro bianco in carpione di mele. In abbinamento, una crema di noce brasiliana croccante, cime di broccolo e quinoa, sia soffiata che in cialda. Il dessert è Rapa rossa, yogurt, cocco, una ciambella granata che abbraccia un tortino al cocco, con kombu e lamine di rapa rossa, e una crema di yogurt.

Il menu degustazione Crucifere è servito al prezzo di 80 €. Quattro calici di vino in abbinamento hanno un costo di 50 €, mentre l’abbinamento tè e decotti 40 €.


OPERA

Il menu Opera si rinnova, ma non perde le sue peculiarità, quali il ruolo centrale del vegetale e l’incursione nel mondo della frutta. Il percorso di otto portate si apre con Mais, belga, mirtillo, in cui lo chef Sforza realizza un fiore con una crema di girasole e i petali essiccati, accompagnati da un’insalata di mais italiano, cotto al vapore e saltato in padella con foglie di belga, gambo marinato e mirtilli lattofermentati. A parte, una fetta di polenta bianca avvolta da un velo croccante di mais, mirtillo e belga. Salmerino, alghe, bergamotto è un antipasto che unisce Piemonte, Calabria e Oriente. Il filetto è cotto al vapore, avvolto nell’alga kombu, e servito con una salsa ricavata dalle lische essiccate e da alga spirulina. Completa il piatto una tartare di pancia di salmerino alpino con alga spirulina, lattughino di mare e alga dulse rossa, conditi con soia, mirin, bergamotto e caviale. Il percorso continua con Animella, zucca, lampone, abbinamento che vede protagonista il quinto quarto. Alla base, una crema di zucca Hokkaido, sulla quale è adagiata l’animella in doppia consistenza: lavorata a paté e successivamente abbrustolita al cannello, e rosolata in padella e glassata con fondo di zucca, succo di lampone e olio di semi di zucca. Lamponi ghiacciati, timo e un’acqua di zucca completano il piatto. Fra i primi spicca il Raviolo di anacardo, alkekengi, oabika. Sono sombreri di pasta fresca all’uovo – due coni uniti fra loro alla base –  ripieni di crema di anacardi, saltati in acqua di pomodoro giallo e serviti con salsa di alchechengi e di anacardo tostato, Oabika, e un grué di cacao e alchechengi. Con il dessert Opera cala il sipario sull’omonimo menu. Una sfera di pasta di riso ripiena di noci e sorbetto di fico nero, esternamente ricoperta da fico nero ghiacciato, fico bianco candito, un sorbetto di entrambe le varietà, dacquoise di zafferano, riso soffiato e olio di foglia di fico.

Il menu degustazione Opera è servito al prezzo di 110 €. Cinque calici di vino in abbinamento hanno un costo di 70 €, mentre 140 € per sei calici di pregio del territorio ed internazionali. L’abbinamento tè, alla scoperta dei maggiori paesi produttori, ha un prezzo di 50 €.

 

CARTA

Tra gli antipasti della carta c’è da segnalare Capasanta, agrumi, finocchio, in cui il mollusco, scottato e cotto al forno, viene adagiato su un mosaico di agrumi, una tartare dello stesso con l’aggiunta di finocchio, e irrorato con una salsa ottenuta dai liquidi di cottura. Risotto, lingua di vitello, azuki riconferma l’occhio di riguardo dello chef Sforza per il quinto quarto animale. Il Carnaroli è cotto e mantecato con acqua di azuki, accompagnato da fagioli, lingua di vitello croccante, riduzione di acqua del legume stesso e polvere di vino rosso.

Tra i secondi, in Stinco di vitello, kamote, mora si gioca con quattro varietà di patata dolce: gialla, in forma di crema con riduzione di more; arancione, a forma di raviolo ripieno di ritagli di stinco; viola, sotto forma di sfera glassata con succo di mora fresca; e bianca, in carpione.

 Il menu Crucifere consolida lo studio dello chef Stefano Sforza sul mondo vegetale, portando il ristorante Opera al centro dei riflettori cittadini per quanto riguarda i menu a tema vegetale.

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Opera si aggiudica il premio La cantina curiosa, riconoscimento che sottolinea la profondità e la scelta delle etichette presenti in carta dei vini. Una selezione nata con il sommelier Carlo Salino e portata avanti a quattro mani insieme a Fabio Ferrari. Oltre a Italia e Francia, vi è l’estero, con bianchi australiani, neozelandesi, argentini, greci, tedeschi e rossi spagnoli, cileni, californiani, sudafricani, georgiani. Da sottolineare la sezione riservata al Giappone, che figura con il sake e l’umeshu. Infine, la scelta filosofica adottata in cantina ricalca la strada della cucina volta alla sostenibilità, con l’inserimento di etichette biologiche e biodinamiche.

È stata presentata e sarà disponibile dal 6 dicembre, in libreria e nelle principali edicole, la nuova guida di EDT, frutto del lavoro di Stefano Cavallito, Alessandro Lamacchia e Luca Iaccarino. Giunta alla sedicesima edizione, la Guida I Cento di Torino anche quest’anno offre una panoramica dei migliori indirizzi torinesi: 50 locali d’eccellenza (TOP) e 50 proposte più informali (POP) tra cui osterie tradizionali, cucine internazionali e ristoranti guidati da giovani talenti. La guida è anche disponibile nelle versioni dedicate alle città di Napoli e Milano.
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Lunedì 25 novembre lo chef Stefano Sforza è nella sede dell’ambasciata italiana in Turchia, nella capitale Ankara, per una cena di gala in occasione della nona edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo. L’evento, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è nato nel 2016 e rappresenta ormai un appuntamento consolidato nel calendario delle attività annuali delle Delegazioni e Legazioni estere dell’Accademia Italiana della Cucina.

 

Il tema dell’edizione di quest’anno sarà Dieta Mediterranea e Cucina delle Radici: Salute e Tradizione”. Allo chef Sforza, il compito di interpretarlo al meglio. “Poter rappresentare l’Italia all’estero è un sogno per me” ha affermato lo chef Stefano Sforza. “Farò il possibile per portare in alto il nome del nostro paese e la bellezza della nostra cucina e dei nostri sapori anche in Turchia. Per l’occasione, ho pensato a sei piatti che raccontano bene il mio approccio: di ricerca, senza confini e attenta alla valorizzazione del vegetale”.

 

IL MENU DELLA SERATA

Il menu che lo chef Stefano Sforza serve nella serata è composto da sei portate.

Ad aprire le danze, l’antipasto Bieta, prugna, nocciola, in cui a essere protagonisti nel piatto sono due elementi vegetali: le biete, in crema e in foglie saltate in padella, e la nocciola, in olio e in salsa. A completare, il tocco fresco e acidulo della prugna.

Nella Capasanta, agrumi, finocchio le foglie dell’agrume australiano kaffir lime racchiudono in cottura il mollusco, poi condito con acqua di finocchio e una salsa ponzu allo yuzu.

Terzo e ultimo antipasto del menu è Animella, zucca, lampone, preparato con una crema di zucca Hokkaido, paté di animella, animella rosolata e glassata con fondo di zucca, succo di lampone, olio di semi di zucca e, a terminare, lamponi ghiacciati, timo e riduzione di zucca.

Raviolo di anacardo, alkekengi, Oabika porta sotto i riflettori un formato di pasta fresca ideato dallo chef Stefano Sforza, il sombrero, composto da due coni di pasta accoppiati tra loro. La pasta, saltata in acqua di pomodoro giallo, viene farcita con una crema di anacardi e servita con salsa di alchechengi, salsa di anacardo tostato, Oabika – la mucillagine che separa le fave di cacao all’interno del frutto del cacao, la cabosse – grué di cacao e alchechengi crudi.

Guancia di vitello, sedano rapa, papaya rielabora un taglio di carne tenero della tradizione piemontese, che viene cotto arrosto e accompagnato da sedano rapa, in crema e tagliato a fettine marinate in carpione, e a una crema di papaya.

A concludere il menu è il dessert Rapa rossa, yogurt, cocco, composto da un cremoso alla rapa rossa cotta in forno, una cialda di yogurt aromatizzato al lime e un gelato al cocco a base di latte di cocco.

 

Lo chef Stefano Sforza porta l’ingegno e la creatività della sua Opera, per la prima volta, al di fuori dell’Italia. Un’occasione unica per accendere i riflettori sul nostro Paese.

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Maccheroncino, fave, feta, cetriolo è un piatto nato da un’idea dello chef Stefano Sforza del ristorante Opera di Torino: preparare una pasta fredda estiva. Da qui la scelta di un formato di Pasta Massi, pastificio di Senigallia, un maccheroncino a base di farina di semola e albume. La pasta, una volta cotta al dente, viene mantecata a freddo in sala, con sapori che riportano al Mediterraneo e all’Oriente: una salsa a base di cetriolo e basilico, con fave fresche, feta essiccata e foglie di curry verde.

 

RICETTA

Ingredienti per 4 persone

SALSA AL CETRIOLO

  • 600 g cetrioli
  • 50 g basilico
  • b. olio evo, sale
  • 1g/100g prodotto agar agar

 

Lavare i cetrioli e sbucciarli per metà. Tagliarli in piccoli pezzi. Inserirli in un Thermomix e frullarli. Rimuovere le foglie di basilico dal gambo e aggiungerle ai cetrioli. Frullarle, condendole con olio evo e sale. Passare al setaccio il composto. Pesarlo. Dividerlo a metà e aggiungere l’agar agar solo a metà del composto, che dovrà essere portato a bollore. Frullare insieme i due composti. Regolare di sale. Conservare in frigorifero.

 

FETA ESSICCATA

  • 100 g feta

 

Tagliare la feta a cubetti. Farla essiccare fino a quando diventa croccante.

 

FAVE

  • 200 g fave fresche

 

Sbollentare le fave per un minuto. Sbucciarle.

 

FOGLIE DI CURRY

  • 2 mazzetti di foglie di curry fresche

 

Rivestire un piatto con della pellicola alimentare. Adagiare sopra le foglie di curry. Aggiungere un filo d’olio. Chiudere con pellicola. Far cuocere in microonde a cicli di 30 secondi fino a quando le foglie non saranno secche e lucide.

 

FINITURA

  • 240 g maccheroncini Pasta Massi

 

Cuocere la pasta al dente. Scolarla dall’acqua di cottura. Condire a freddo con la salsa al cetriolo. Adagiare le fave, la feta e le foglie di curry.

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Giovedì 24 ottobre, dalle ore 20, in occasione della quarta edizione di Buonissima, evento internazionale organizzato a Torino che unisce gastronomia, arte, cultura e storia, lo chef Stefano Sforza del ristorante Opera di Torino accoglierà Arianna Gatti del bresciano Forme Restaurant. La serata si inserisce all’interno del format Metti Torino a cena, un palinsesto di cene (e pranzi) in cui gli chef della città sabauda ospitano colleghi nazionali e internazionali. Format, al quale il ristorante torinese aveva già partecipato nelle precedenti edizioni della manifestazione internazionale, ospitando Gianluca Fusto (2021), Karime Lopez (2022) e Luigi Taglienti (2023).

Arianna è una collega che stimo molto e che sta facendo tante buone cose a Brescia. Dopo alcune importanti esperienze, sta lavorando in un ristorante tutto suo, da maggio in Guida Michelin. La sua è una cucina netta, che fonde i sapori della regione natale, l’Abruzzo, con quelli della Lombardia. Non vedo l’ora di cucinare con lei” ha dichiarato lo chef Stefano Sforza.

Sono onorata di partecipare a Buonissima, evento di caratura internazionale che a Torino sta portando i migliori cuochi italiani e internazionaliha dichiarato Arianna Gatti. “Sono anche onorata di farlo insieme a Stefano, con il quale mi sono trovata in sintonia sin da subito. Il menu che abbiamo messo a punto si focalizzerà sul pesce e sui vegetali, che ognuno interpreterà con il proprio stile”.

 

IL MENU DELLA SERATA

Il menu della cena a 4 mani sarà composto da sei portate, suddivise fra i due chef.

L’inizio è affidato agli Amuse bouche, nei quali ci sarà spazio per quattro assaggi di Opera – Parmigiano Reggiano, rapa rossa e aceto balsamico, Oliva e cioccolato bianco, Carota, cumino, papaya, mais e Broccolo, limone – e per un benvenuto della chef ospite.

Salmerino, alghe, bergamotto, dello chef Sforza, aprirà il servizio delle portate principali. Il filetto del pesce d’acqua dolce, magro e pregiato, viene marinato prima con sale e zucchero e poi in alga kombu, quindi cotto al vapore e avvolto nell’alga kombu. In accompagnamento, una tartare della sua pancia condita con alga spirulina, un’insalatina di lattughino di mare e alga rossa dulce condita con soia, mirin, bergamotto e caviale di salmerino, e una salsa a base di lische del salmerino essiccate e alga spirulina.

Zucca, arachidi, taleggio è un antipasto stagionale in cui la chef Gatti esalta i sapori lombardi. La zucca mantovana, materia prima protagonista del piatto, viene condita con una maionese di arachidi, una fonduta di Taleggio e un fondo bruno realizzato con le bucce e i semi della zucca.

Raviolo di anacardo, alkekengi, Oabika è il primo piatto dello chef Sforza. Il formato di pasta fresca all’uovo a forma di cono, i sombreri, è ripieno di crema di anacardi, saltato in acqua di pomodoro giallo e servito con salsa di alchechengi, un frutto della stessa famiglia del pomodoro, salsa di anacardo tostato, e Oabika. Quest’ultima è un concentrato di succo di cacao, prodotto a partire dalla polpa bianca che protegge le fave di cacao all’interno della cabossa – il frutto del cacao – e che in questo caso viene ridotta a melassa. Il prodotto si caratterizza per le note fruttate e acidule. A completare il piatto, grué di cacao, a donare croccantezza, e alchechengi crudi.

Nel Risotto al latte di cocco, curry verde, erbe la chef Gatti utilizza un piatto caratteristico lombardo, il risotto, come tela su cui dipingere i sapori locali e quelli di un ricordo di un viaggio in Thailandia. I chicchi di Carnaroli vengono mantecati con latte di cocco e conditi con erbe aromatiche e spontanee e curry verde, una ricetta tipica della Thailandia centrale, preparata dalla chef con peperoncino verde, galanga, lemongrass, aglio, scalogno, cumino, coriandolo, kaffir lime e latte di cocco.

Storione, uva, pak choi è il secondo piatto del menu. Lo chef Stefano Sforza marina il pesce prima in sale e zucchero, poi nel miso, quindi lo cuoce in padella, lo sfuma con succo di uva e completa la cottura al barbecue. Nella ricetta, c’è spazio ancora per una foglia di vite ripiena di storione e caviale e per una salsa a base di fumetto bianco di storione, centrifugato d’uva in arrivo dalla vigna chierese di proprietà del ristorante e scalogno. Cioccolato, genziana è il dessert a firma della chef Gatti. Nel piatto, una ganache di cioccolato fondente, croccantino di nocciola, gelato alla genziana abruzzese e, per finire, un’opaline al cacao, un preparato croccante e lucido a base di zucchero, acqua e glucosio. A chiudere il menu, la Piccola pasticceria, composta da Bon bon di cioccolato fondente e passion fruit, Tartelletta con panna cotta allo yogurt e Gelatina all’ananas dello chef Sforza e da un assaggio a sorpresa della chef ospite.

Il menu della serata sarà servito al prezzo di 110 €, con un abbinamento vini da 5 calici al prezzo di 70 €.


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Domenica 13 ottobre lo chef Stefano Sforza del ristorante Opera di Torino sarà al Monastero di Colonna di Trani (BT), in Puglia, per partecipare a Cultural, festival dedicato alla promozione della cultura alimentare italiana consapevole. L’evento, ideato nel 2014 da Mauro Bochicchio per Consortium Paris, società specializzata nell’organizzazioni di grandi eventi, si fa da anni ambasciatore degli stessi temi centrali nella cucina dello chef: qualità dei prodotti e sostenibilità, attraverso il rispetto della stagionalità. Sforza parteciperà alla manifestazione in due momenti separati: alle 15, con un cooking show nel palinsesto Cucina d’Autore, e alle 20:30, con un antipasto servito nella Cena di Gala del Festival.

“Sono onorato di essere stato chiamato a portare il mio contributo in questa manifestazione” ha affermato lo chef. Nei due appuntamenti proporrò la mia idea di cucina, che si basa su un utilizzo circolare degli ingredienti e sulla valorizzazione del vegetale. Sono certo che ci sarà l’occasione di confrontarsi con colleghi e fornitori, che abbiano la mia stessa visione del cibo”.

 

GLI APPUNTAMENTI

Il primo appuntamento che domenica 13 ottobre vedrà protagonista lo chef Stefano Sforza sarà il Cooking Show delle ore 15, che prenderà il via sul palco Masterclass, all’interno del Monastero di Colonna. La ricetta che realizzerà, di fronte al pubblico presente, sarà Tagliolino, ceci, aglio nero, lupini. Si tratta di un piatto che ha l’obiettivo di valorizzare un legume solitamente poco considerato e consumato sulle tavole italiane, il lupino. Il formato di pasta lunga, a base di farina di lupini, verrà condito con una spuma di lupini in salamoia, e con una crema di ceci e aglio nero. Alle 20:30 lo chef sarà nel luxury hotel di Andria (BT) Le Vigne al Castello per la Cena di Gala. A lui sarà affidata la preparazione dell’antipasto Fagioli, cozze, una portata, che rivisita un piatto della tradizione napoletana. Alla base della ricetta si trova una crema di fagioli cannellini, su cui vengono adagiati fagioli croccanti (azuki verde e rosso) conditi con miso di fagioli, cozze, e una salsa a base di cozze e alga kombu.

Stefano Sforza continua la sua missione di promozione di una cucina sana e sostenibile. Da Torino a Trani.

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Mercoledì 24 luglio, dalle ore 20, lo chef Stefano Sforza parteciperà a Degustando: 10 chef a Villa Sassi. L’appuntamento, diventato una certezza nel panorama torinese degli eventi, fa il suo esordio in una nuova location, in cui il ristorante di via Sant’Antonio da Padova sarà protagonista insieme a insegne fine dining e bistrot di Torino e dintorni. Come da tradizione di Degustando, alla cucina saranno abbinati vini del territorio, cocktail e una selezione di eccellenze gastronomiche.

Degustando rappresenta per me una grande opportunità per mettermi in mostra e per raccontare al pubblico ciò che facciamo da Opera” ha dichiarato lo chef Stefano Sforza. “A Villa Sassi porterò una ricetta fresca ed estiva che attualmente servo al ristorante nel menu Leguminosae: un percorso degustazione vegetariano dedicato a una famiglia botanica, che varia stagionalmente. Attualmente, il mio lavoro di ricerca è focalizzato sui legumi, dall’antipasto al dolce”.

 

IL PIATTO DELLO CHEF STEFANO SFORZA

Fagioli, melone, miso è il piatto che lo chef Stefano Sforza porterà a Degustando.

L’obiettivo della ricetta è valorizzare il fagiolo in tutte le sue sfumature. Da qui, la scelta di utilizzare quattro varietà del legume (azuki rossi, verdi, borlotti e neri sudamericani), ognuna protagonista nel piatto sia in crema e in purezza. Nel piatto vi è spazio anche per una salsa a base di acqua di melone, a testimonianza di come la frutta di stagione sia utilizzata dallo chef Stefano Sforza per apportare acidità nei piatti salati. Completano la ricetta le acque di cottura dei fagioli e il miso: un insaporitore di origine cinese ottenuto dalla fermentazione di legumi, in questo caso fagioli borlotti, insieme a sale, acqua e al fungo Aspergillus oryzae, lo stesso utilizzato per la produzione di sakè, salsa di soia e aceto di riso. I biglietti dell’evento sono acquistabili sul sito shop.tobevents.it/event/degustandovillasassi.

Opera continua a fare ricerca sul mondo vegetale e a raccontare il proprio lavoro dentro e fuori dal ristorante.

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