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La risposta del ristorante Opera alla pubblicazione dell’ultimo DPCM

Si resta aperti, si va avanti, aperti a pranzo sei giorni su sette con un turno unico dalle 12:30 alle 18:00

A seguito del nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 24 ottobre 2020 circa le ulteriori disposizioni attuative in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, gli orari di servizio del ristorante Opera vengono modificati come da disposizioni a partire dal giorno 26 ottobre, fino al 24 novembre 2020.
Questa è la sostanza e in risposta al nuovo Decreto che impone la chiusura anticipata dei ristoranti alle ore 18:00, la proprietà Antonio Cometto insieme allo chef Stefano Sforza ed alla sua brigata, hanno deciso di puntare sul servizio del pranzo, aprendo i battenti alle ore 12:30 e proponendo un orario continuato fino all’orario di chiusura, le 18:00, ma non solo. Sarà possibile per chi lo vorrà degustare i dolci di Opera nel pomeriggio, abbinati ad un calice servito dal sommelier Carlo Salino, ad uno dei tè della carta, curata dal maitre Gualtiero Perlo. Fare un aperitivo, nel pieno rispetto delle regole, in sicurezza e con la garanzia di trovare il servizio e i sapori di sempre.

“La chiusura anticipata era nell’aria – dichiara la proprietà Antonio Cometto –. I numeri dei contagi hanno ricominciato a salire vertiginosamente e ci aspettavamo una stretta sugli orari. Se da un lato, come cittadino, penso che sia indispensabile fare qualcosa per arginare questa nuova emorragia, dal lato imprenditoriale non posso che essere rammaricato. Impedirci di svolgere il servizio della cena per noi e per tutti i ristoratori è davvero un colpo duro, soprattutto dopo avere investito risorse per metterci in regola con tutte le precedenti disposizioni in termini di sanificazione. E soprattutto dopo che i numeri degli incassi stavano faticosamente tornando alla normalità”.

“Temo che ci sia stata un po’ di fretta – dichiara lo chef Stefano Sforza – nella stesura di queste nuove disposizioni. E lo capisco, perché non ci possiamo permettere un nuovo lock down. Quindi qualcosa andava fatto e velocemente. Purtroppo, però noi siamo solo la prima linea di una filiera lunghissima, che passa dai fornitori, fino ai produttori e ai contadini e che è stata colpita in modo tremendo. E il servizio della cena, in Italia, rimane il principale quando si parla di fine dining, quindi non abbiamo perso il 50% del nostro fatturato, ma il 70% se non l’80%”.

Il nuovo DPCM impone poi ulteriori restrizioni, in quando al tavolo non potranno sedersi più di quattro persone per volta, salvo che non facciano parte dello stesso nucleo famigliare. Nonostante il servizio di delivery e quello di asporto siano ancora concessi, la scelta di Opera è di non investire in quella direzione, come precedentemente fatto durante il lock down.

“Preferiamo indirizzare i nostri sforzi – conclude lo chef Stefano Sforza – verso una proposta che faccia sedere i clienti al nostro tavolo. Stiamo pensando ad una serie di novità che vadano a coprire l’intero arco della giornata. Torino e gli italiani tutti riusciranno ad adattarsi anche a queste nuove direttive. E siamo certi che la voglia di andare al ristorante non passerà!”.

Questo periodo di chiusura anticipata alle ore 18:00 è volto a tamponare la situazione fino al 24 di novembre, al fine di arrivare al mese di dicembre in una condizione di pseudo normalità, in modo tale da non intaccare il periodo di Natale in cui i consumi raggiungono i picchi più alti.
“Siamo fiduciosi – conclude la proprietà Antonio Cometto –. Non abbiamo intenzione di mollare o di farci prendere dallo sconforto. Sappiamo che passerà, e che presto tutto tornerà alla normalità”.